IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …"
rigettarli in mare, perché il troppo peso non facesse affondare le barche. Disperato un giorno disse alla moglie: - Vendiamo barca, reti e ogni cosa
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ce la date a intendere, Mastro Acconcia-e-guasta! Egli alzava le spalle e tirava su una presa di tabacco: - Lasciatemi in pace. La cosa giunse fino
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: - Ah, ah, che frugolina! Ah, ah, che frugolina! La vecchia non fiatò, e mangiò la minestra come se niente fosse stato. Il Re e la Regina, saputa la cosa
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ne mangiavano padre e figlia, parte ne dividevano tra le vicine più povere di loro. L'odore si sentiva per tutta la via. La cosa fece senso. Le stesse
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! Accorsero il Re e la Regina. Il tornitore spiegando la cosa, tremava come una foglia. Intanto il Reuccio continuava a strillare, a pestare i piedi
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da sé, perché la cosa non si risapesse, strusse la pece nel paiolo, ve le intinse alla base e cercò di appiccicarsele nel posto dove stanno le code
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. - Il gattino di gesso? E andò a vedere. - Meo! Meo! Meo! - Maestà, il gattino vuol qualche cosa; io non so capire il suo linguaggio. - Vuoi della trippa
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Consiglio della Corona. I consiglieri, udita la cosa, si guardarono in viso; non sapevano che consigliare. Soltanto uno ebbe il coraggio di rispondere
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Re. Il Re, stupito di questa novità, ordinò subito: - Fatelo entrare. Squadrando quel vecchietto mal vestito, che faceva cosa tanto insolita, il Re
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momento. Braccia, spalle, gambe, l'ago cuciva ogni cosa, cuciva, cuciva, cuciva; e gli strilli della Regina salivano al cielo! Alla fine, non
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: - Che comanda, Vostra Maestà? - Porta via Rota, Tramoggia, corni, stivali, ogni cosa! - Se Vostra Maestà vuol vivere in pace, le dirò quel che dee
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svegliarsi, strascicavano i piedi. E si ricordavano di ogni cosa passata. - Che sciocchi! Abbiamo rifatto la stessa vita! Non metteva conto. Ricordi, moglie
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C'era una volta un Re che aveva due figli, uno buono e l'altro cattivo. Quello buono era il Reuccio, e alla morte del padre doveva essere Re. La cosa
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Principessa, Reuccio. - Che cosa siete? - Quel che vuole il Reuccio. - La mia Reginotta, qua la mano. - Di là c'è mio padre; chiedete il suo consenso
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! Psi! Psi! Accese subito il lume, guardò attorno stupito; non c'era nessuno. Poco dopo, di nuovo: - Psi! Psi! Psi! Psi! - Chi sei? Che cosa vuoi
Accademia della crusca
